Questo è una introduzione di un mio vecchissimo racconto; Il titolo completo sarebbe Fantasy Life "The guild", ma giusto perchè i nomi dei vari personaggi sono gli stessi della "serie"(un GRAN bell'eufemismo ho usato) Fantasy Life.(che poi sono gli stessi di "A night at the opera")
Di tanti fantastici giorni che la mia mente possa ricordare… Di tanti beati ricordi che la mia mente possa aver conosciuto… Di tante grandi azioni che la mia mente possa aver assistito… Il ricordo di questo giorno sarà per me impossibile da dimenticare… Si odono luci e lampi…Fragori di una tempesta, cosi maestosa, cosi potente Da sembrare ben più che soprannaturale…ben più che divina… Tuttavia, ciò che gli occhi narrano, spesso e volentieri, è annebbiato e distorto… Quante volte, in tutta la nostra vita, abbiamo l’impressione di essere circondati Da “strane” entità… Persone defunte? Anime in pena? Divinità? Diavoli o angeli? Messi divini o Maligni diavoli? Questo mondo che lo vogliate o no è intrinseco dalle Divinità! Plasmato dalle divinità! Eretto da Divinità! Governato da Divinità! Noi saremo solo piccole entità in un qualcosa che non ci appartiene…Vivremo so un suolo a noi concesso, vivremo grazie ad un’aria da altri dataci…Vivremo così una vita da altri dataci… Assaporeremo ciò che queste divinità ci danno…Coltiveremo capi che queste divinità ci danno… Eppure…Se tutto quello che ruota intorno a noi stessi non ci appartiene, noi lo reclamiamo continuamente… O aria…O terra…O fuoco…Tutto dobbiamo a voi e tutto voi dovete a noi…Senza di noi sareste solo venti indomabili…sareste solo steppe o deserti…sareste solo opera di distruzione… Eppure…Per tutte queste cose che non sono nostre, noi sputiamo sangue, ci ammazziamo a vicenda reclamando, anzi imponendo come nostro un qualcosa che effettivamente non lo è… Eppure noi viviamo…Tutto ciò che non è “noi” reclamiamo e il primo prezzo per questo, per avere il controllo di tutto, siamo “noi”. Pronti a finire in pezzi, a ucciderci solo per avere avere avere… Contaminati da questa smania di possesso dimentichiamo le nostre paure, emozioni, ambizioni… Dimentichiamo in questa orgia di omicidi e di guerre la nostra migliore parte… E questa, molto ironicamente, una volta repressa, non andrà a finire sottoterra dai nostri avi e non cadrà neanche sulla luna… Sarà in noi stessi…Richiusa come in una gabbia… Di persone che si sono “purificate” io ne conosco assai… Ma nessuna speciale quanto colei che ora si pone dinanzi a me… Si odono luci e lampi…Fragori di una tempesta, cosi maestosa, cosi potente Da sembrare ben più che soprannaturale…ben più che divina… Niente di più falso e di più vero nello stesso tempo… Luci e Fragori, si divini, ma non generati da nuvole del cielo… Ricordo…Quando ero giovine che con il mio fratellino e ma madre stavamo distesi poco distanti dalla nostra casa fatta di legno in aperta campagna… <…Si è vero! Ha anche le vele!> Ricordo il viso di nostra madre come se fosse ieri…Dolce, ispirava sicurezza e tranquillità solo con una occhiata… Niente di più falso e di più vero nello stesso tempo… Fragori generati da acciai roventi… Acciai che roteano l’uno con l’altro, così veloci così rapidi che la luce e il sibillino delle lame, giungono poco dopo il loro incontro… Non è una danza…Non è neanche una festa…Sguardi tesi hanno i due cavalieri… Un divino e una mezza divina di scontrano in una battaglia epica… Lame e fiamme, mirabili magie vengono lanciate da ogni parte, eppure i due continuano a scontrarsi tra di loro come se vivessero in un altro mondo… Isolati e vicini a tutti e a tutto questi due mirabili cavalieri cozzano le loro lame e scudi l’uno contro l’altro… Altri guerrieri si scontrano in una accozzaglia di armature… Da una parte strane creature di varie forme…Dall’altra uomini reclamati la terra… Queste sono le immagini che non dimenticherò mai… Dal colle vedo la più grande delle battaglie che questa landa ha mai ospitato… Vedo le Gilde…vedo le divinità… Vedo armate che si contendono il futile, dopotutto, privilegio di dire… Questa è la nostra terra… Questa è la nostra patria… Questo è il nostro mondo dove viviamo, coltiviamo, e ci innamoriamo… Dove creiamo il nostro futuro e non deve essere di altri… Probabilmente a questo pensava tra i vari affondi la mirabile mezza-divina…